NARRAZIONE: dalla Torre Rossa alla Torre Civica
A Venezia, al Guggenheim, abbiamo ammirato la Torre Rossa di De Chirico: che misteriosa!Ci siamo guardati intorno nel nostro paesello e abbiamo visto, proprio nella piazza principale: la Torre Civica bella, antica e misteriosa!Dalla sua sommità, ogni quarto d’ora ci elargisce i suoi rintocchi gravi e acuti.Come funzionerà quell’orologio? Chi sarà il custode che ne sistema l’ingranaggio? Eccoci pronti per svelare l’arcano segreto!Tutti in visita!!!Che angusto ingresso! Il signor Erminio ci spiega la storia di questa torre costruita prima del XIII secolo. Saliamo per le ripide scale, attenti, ogni passo può essere fatale! Prima rampa, seconda rampa, terza rampa, quarta rampa, evviva siamo arrivati quasi in cima. Siamo sul piano degli ingranaggi dell’orologio, il signor Erminio ci insegna a caricarlo!TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! Dieci rintocchi ci fanno ammutolire, la campana longobarda sopra di noi scandisce il tempo e attira i nostri sguardi, alla fine dei rintocchi… ci appare un fantasma: il fantasma Furbino!!!Che ci racconta la sua storia: una volta il fantasma Furbino era il guardiano della Torre Stregata.La Torre era alta trenta metri; costruita con pesanti blocchi di pietra di colore nero.Per salire c’era un passaggio segreto, che nessuno conosceva. C’erano cinque piani con scale arrugginite e pericolose perché erano strette e piene di buchi.Al quarto piano c’era il meccanismo dell’orologio, ogni quarantotto ore il fantasma Furbino lo andava a ricaricare.Nel quinto ed ultimo piano c’erano mostruose campane a forma di ragno imprigionate da tantissime ragnatele.Un brutto giorno venne rubato il pezzo principale del meccanismo che faceva muovere l’orologio.Furbino, disperato, mise a soqquadro tutta la torre per cercare il pezzo mancante, ma non lo trovò: i ladri avevano provocato un danno che non riusciva a riparare.Un raggio di luce penetra attraverso il quadrante dell’orologio e illumina Furbino che si dilegua in un baleno!Il signor Erminio ci dice di salire all’ultimo piano ma attenzione!!! La scala è sempre più ripida, il passaggio sempre più disagevole, ma eccoci arrivati! Che meraviglia!!! La città è sotto di noi, il sole la illumina, ad ovest si vedono i colli Euganei, il canale Bisatto…e sopra di noi la campana longobarda con i martelletti che ricominciano a suonare: TOC! TOC!... “quarto per quarto l’ora cade dalle torri…” così recitava il poeta Giorgio Caproni. Forse Furbino è riuscito ad aggiustare il meccanismo!!! Meno male, altrimenti Monselice sarebbe stata senza orologio, un vero peccato!!!
A Venezia, al Guggenheim, abbiamo ammirato la Torre Rossa di De Chirico: che misteriosa!Ci siamo guardati intorno nel nostro paesello e abbiamo visto, proprio nella piazza principale: la Torre Civica bella, antica e misteriosa!Dalla sua sommità, ogni quarto d’ora ci elargisce i suoi rintocchi gravi e acuti.Come funzionerà quell’orologio? Chi sarà il custode che ne sistema l’ingranaggio? Eccoci pronti per svelare l’arcano segreto!Tutti in visita!!!Che angusto ingresso! Il signor Erminio ci spiega la storia di questa torre costruita prima del XIII secolo. Saliamo per le ripide scale, attenti, ogni passo può essere fatale! Prima rampa, seconda rampa, terza rampa, quarta rampa, evviva siamo arrivati quasi in cima. Siamo sul piano degli ingranaggi dell’orologio, il signor Erminio ci insegna a caricarlo!TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! TOC! Dieci rintocchi ci fanno ammutolire, la campana longobarda sopra di noi scandisce il tempo e attira i nostri sguardi, alla fine dei rintocchi… ci appare un fantasma: il fantasma Furbino!!!Che ci racconta la sua storia: una volta il fantasma Furbino era il guardiano della Torre Stregata.La Torre era alta trenta metri; costruita con pesanti blocchi di pietra di colore nero.Per salire c’era un passaggio segreto, che nessuno conosceva. C’erano cinque piani con scale arrugginite e pericolose perché erano strette e piene di buchi.Al quarto piano c’era il meccanismo dell’orologio, ogni quarantotto ore il fantasma Furbino lo andava a ricaricare.Nel quinto ed ultimo piano c’erano mostruose campane a forma di ragno imprigionate da tantissime ragnatele.Un brutto giorno venne rubato il pezzo principale del meccanismo che faceva muovere l’orologio.Furbino, disperato, mise a soqquadro tutta la torre per cercare il pezzo mancante, ma non lo trovò: i ladri avevano provocato un danno che non riusciva a riparare.Un raggio di luce penetra attraverso il quadrante dell’orologio e illumina Furbino che si dilegua in un baleno!Il signor Erminio ci dice di salire all’ultimo piano ma attenzione!!! La scala è sempre più ripida, il passaggio sempre più disagevole, ma eccoci arrivati! Che meraviglia!!! La città è sotto di noi, il sole la illumina, ad ovest si vedono i colli Euganei, il canale Bisatto…e sopra di noi la campana longobarda con i martelletti che ricominciano a suonare: TOC! TOC!... “quarto per quarto l’ora cade dalle torri…” così recitava il poeta Giorgio Caproni. Forse Furbino è riuscito ad aggiustare il meccanismo!!! Meno male, altrimenti Monselice sarebbe stata senza orologio, un vero peccato!!!